Il 26 giugno 2023 esce VVV – Versi di vizi e virtù, una raccolta di scritti scelti di Carlo Alberto Camillo Salustri, in arte Trilussa. Con questo primo titolo della collana bassorilievo, Basalto Edizioni rende omaggio a un autore fuori dagli schemi, soffermandosi sul ruolo della poesia nei giorni nostri.
La prefazione di questo libro – di cui riportiamo qui un estratto – è di Cecilia Lavatore, scrittrice, insegnante e perfomer di Slam Poetry. Perché pubblicare un classico non significa solo celebrare il passato, ma anche e soprattutto comprendere il presente.
La poesia è un bene comune, una cosa di tutti: una «res publica». Per quanto la si possa cercare di imbrigliare nelle accademie o nei prestigiosi salotti letterari, lei ritorna prepotente in mezzo al popolo, dal popolo si alimenta e riparte più forte per affascinare, per sorprendere e incantare ancora, per dirci qualcosa in più su questo mistero che è esistere.
La poesia rivela quello che già è manifesto pur passando per lo più inosservato, ribalta i punti di vista per gettare luce sulla realtà attraverso altre prospettive, spesso più vere e appassionanti, cambia le interpretazioni canoniche che diamo ai fatti, per decostruirli e ricostruirli a suo modo, un modo imprevedibile e sempre nuovo che dipende tanto dai versi quanto dal cuore di chi li legge, e poi oltrepassa il poeta stesso, diventa espressione dell’animo umano, lo sente a fondo. Raccoglie la bellezza in ogni dove, finanche nel dolore, la riassume nelle sue immagini, la rende immortale.
La poesia è energia umana allo stato puro ed è libera per definizione, come un elemento naturale, nel caso specifico connaturato al nostro linguaggio.
I poeti con le loro fragilità, con le loro fantasticherie e le loro versioni personalissime del mondo fanno ancora breccia dentro di noi, nonostante il tanto rumore che ci circonda, anzi forse proprio per questo. Infatti, nella frenetica età contemporanea c’è inaspettatamente una grande ricerca del dato poetico, quasi come fenomeno di massa, sebbene nelle librerie venga assegnato alle pagine di versi sempre lo scaffale più piccolo e più nascosto.
[…]
Frugare nella produzione dei poeti passati per creare nuovi assortimenti delle loro testimonianze, allora, è un’operazione culturale preziosa e necessaria per rendere fruibile il potenziale che conservano.
Del resto, la poesia, anche quella appartenente ad altre epoche può entrare nel presente e arricchirlo di nuove suggestioni.
Lo sapeva bene il poeta a cui questa raccolta è dedicata, il quale conosceva il peso delle parole e come più equamente distribuirlo.
Infatti, se il popolo di Roma avesse una voce allora sarebbe una voce piena, dissacrante e intensa, a tratti amara e mordace e ancora di tanto in tanto tremendamente malinconica come quella di Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa.
Orgoglio dei romani e simbolo della città eterna, custode della più genuina e autentica saggezza popolare, Trilussa rimane uno dei riferimenti identitari ai quali non possiamo che sentirci ancora vicini.
[…]
Spirito satirico e talento comico, attento osservatore e interprete dei suoi tempi e della modernità in senso lato, canzonatorio, tagliente, imprevedibile, ribelle e controcorrente, libero e liberatorio, destinato a rimanere nella Storia della letteratura con la salacità audace dei suoi versi in romanesco, antichissimi eppure attuali, semplici e anche profondi, immediati e senza tempo, come i sentimenti che raccontano.
[…]
Leggere Trilussa oggi, ripubblicarlo, recensirlo ancora e proporlo nelle classi delle scuole italiane significa gettare ponti tra il passato e il futuro, avvicinare i giovani a un riferimento identitario sano e significativo, mostrare ai lettori contemporanei la forza di un linguaggio fortemente legato al territorio che però all’occorrenza sa dirci qualcosa sull’umanità tutta e sa valicare i confini spaziali e temporali per ricordarci le tante contraddizioni e i cortocircuiti della grande corsa al progresso.
[…]
Il suo dialetto vivissimo, così ricco di sfumature, scardina le diffidenze e il senso di inadeguatezza che in tanti provano nei confronti della poesia e apre canali di ascolto proprio lì dove meno è diffusa l’arte della parola.
A noi piace pensare che Trilussa presidii ancora la città grazie alla persistenza della sua Arte e provochi le nostre coscienze mentre sorride delle piccolezze umane.
Cecilia Lavatore